martedì 4 febbraio 2014

La psicoanalisi delle fiabe

fonte: www.arteide.it
Alla mia BimbaGrande piace tanto andare in biblioteca e fare la carica di libri, tornare a casa e leggerli insieme...in questi pomeriggi di pioggia mentre il Piccoletto dorme tranquillo e ci lascia un po' di tempo per Noi.
E' da qui che è nata la mia curiosità per le fiabe... mi ricordo che anch'io quando ero piccola adoravo ascoltarle, immergermi nel loro mondo... mi piaceva la sensazione di spavento che facevano vivere... e non sospettavo quanta psicoanalisi vi si potesse nascondere... e se riuscirete a leggere tutto il post scoprire alcuni aspetti molto sorprendenti.
Infatti, quando un autore scrive un racconto o una fiaba parla delle sue emozioni, dei vissute e delle paure sia razionali che soprattutto irrazionali e inconsce, per questo la psicoanalisi può essere uno strumento efficace per comprendere questi racconti.
"Capire qualcosa di sensato e rigoroso sulla fiaba e sul mito è un'impresa ardua, inversamente proporzionale alla gioiosa facilità con la quale ognuno può fruirne"
 Gli elementi inconsci invadono la coscienza senza "filtri" e senza "controlli" e possono essere individuali o legati alla cultura e storia dei popoli (Archetipi). Entrambi questi elementi costituiscono una forza impetuosa e dominante per la psiche umana e possono portare le persone a grandi risultati personali o collettivi.
Nella fiaba, sia che venga scritta da uno specifico autore, o soprattutto, che sia frutto di un sapere popolare che esprime e riporta la tradizione di un popolo su cui vengono proiettati gli elementi dell'inconscio personale e gli archetipi dell' inconscio collettivo.
E proprio nel la fiaba come nel sogno, gli archetipi assumono forma e si manifestano in immagini e in rappresentazioni.
Ma la storia raccontata in una fiaba è ancora qualcosa di più importante: è la storia della psiche che , attraverso una serie di eventi, a volti pieni di rischi e pericoli, raggiunge una meta, un traguardo, un obiettivo. La fiaba diventa la metafora della storia della vita della psiche: narra le vicende, le peripezie, i tormenti, i dolori attraverso i quali la psiche giunge infine alla sua piena maturazione, liberandosi dai complessi che l'avvolgono e la mettono a dura prova, e nutrendosi della forza degli archetipi finiscono con il fortificarla.

Di recente ho letto alcune fiabe antiche dei secoli scorsi (http://www.alaaddin.it/_TESORO_FIABE/FA_1996/FA_Index.html) e questi elementi si trovano molto forti! Sono rimasta molto sorpresa dalla violenza di alcuni racconti che dovrebbero essere rivolti ai bambini di quel tempo...
A livello teorico, nella fiaba gli eventi sì snodano in quattro tempi:
1.Il primo riporta il luogo, il tempo, i personaggi principali, l' inizio dell'azione: 
2. Il secondo tempo è dedicato allo svolgimento dell'azione, con intrecci, avventure, episodi, fatti di ogni genere.
3. Il terzo è quello della crisi, momento culminante in cui il soggetto si trova di fronte ad eventi catastrofici ed apocalittici che possono distruggerlo, 
4.L'ultimo è la ''lisi" durante la quale il protagonista viene fuori dalla vincitore e risanato.

Il bambino che legge la fiaba, o che l'ascolta, partecipa con tutto se stesso alla storia, anche se avverte In modo non chiaro e consapevole questo: in qualche modo ogni storia parla di lui! E' la storia della sua psiche, con tutti i conflitti interni di cui spesso egli è in balia, conflitti che non riesce a razionalizzare, a capire, a comprendere, che coinvolgono il protagonista e gli altri personaggi.

Cosicché attraverso 'L'IDENTIFICAZIONE' con i personaggi della fiaba egli riesce a vivere tutte e situazioni conflittuali, angoscianti, ansiose, e alIa fine, si lìbera da tutti quei sentimenti ed affetti negativi che lo avvolgono come una spirale di nebbia e che vorrebbero trascinarlo verso abissi profondi e sconosciuti. La ripetizione infinita di cui solo i bambini sono capaci (la mia BimbaGrande ha visto circa 30 volte il cartone animato di Cenerentola... credevo di non sopravvivere!) ha esattamente questa funzione.
Un altro elemento che caratterizza le favole è la TRASGRESSIONE: che trascina il protagonista in sventurate vicende.
Da un punto di vista della psicologia del profondo, la trasgressione comporta l'inizio di una specie di immersione prima nell'inconscio personale, durante il quale il soggetto percepisce le forze contrastanti dei propri conflitti interni, mentre appaiono delle figure che sono rappresentazioni di elementi psichici che provocano al nostro protagonista "paura "e "panico".
Successivamente l'immersione va verso gli elementi dell'inconscio collettivo: l'immersione è una regressione verso l'inconscio trans- personale, negli Archetipi del collettivo.
Questo regredire è anche reso concreto, in molte fiabe o in molti racconti, dagli eventi che il soggetto vive... per capire meglio faccio degli esempi: 
Pinocchio passa attraverso varie fasi e il suo discendere verso stadi inconsci è progressivo:prima l'incontro con Mangiafuoco, poi il viaggio nel Paese dei Balocchi, infine l'essere inghiottito il venire incorporato, l'essere immerso nel ventre della balena.
Cappuccetto Rosso sarà ingoiata dal lupo.
L'immersione nell'inconscio personale porta il soggetto verso situazioni d'animo ansiose mentre l'immersione nell'inconscio collettivo lo porta a fasi disperate, angosciose ed a stati depressivi.
Nelle fiabe, infatti, si avverte l'ANSIA vissuta dal protagonista, stato d'animo che non ha origine negli eventuali nemici, ma dalle situazioni che vengono vissute come negative per sé e per il proprio IO.
L'ansia è, d'altronde, la paura senza oggetto, la paura della paura, come viene descritta in psicoanalisi. E' quel sentimento ineffabile e intraducibile che afferra Pinocchio (pieno di strani presentimenti) prima di partire per il paese dei balocchi, o quella che prende il burattino mentre aspetta sotto l'albero il Gatto e la Volpe, o quella che afferra Cenerentola quando sta per scoccare mezzanotte.
Un altro elemento che si può rintracciare nelle fiabe è l' ANGOSCIA: in Pinocchio, dopo l'episodio delle gambe bruciate dal fuoco, e poi, quando egli si accorge della sua progressiva trasformazione in asino.
L'angoscia è uno stato d'animo costante che appare in quasi tutte le fiabe famose. L'angoscia porta a stati di depressione psichica che nella fiaba vengono descritti con molta abilità ed efficacia e che porta un'immersione nel racconto.
Dopo l'immersione, arriva il momento della crisi durante il quale il soggetto sta per soccombere e per essere sopraffatto dalle forze negative inconsce: a questo punto appare l'elemento salvifico che porta fuori il protagonista dalla situazione disperata.
Quest'ultima fase, che è quella della "LISI", è caratterizzata anche dalla TRASFORMAZIONE DEL PROTAGONIDSTA.
La trasformazione avviene come effetto visibile esterno: il brutto anatroccolo che si trasforma in cigno, Pinocchio che si trasforma in bambino, Cenerentola in principessa.
La vera trasformazione, tuttavia, è quella psicologica interna del soggetto che assume consapevolezza di sé e rinasce " a nuova vita".

La fiaba è simile anche alla storia di una cura psicoanalitica, la storia di una nevrosi in cui tutto ciò che è interno al soggetto viene sperimentato attraverso l'immersione nell'inconscio personale e in quello collettivo.
E nei sogni o nelle fantasie, nei ricordi del soggetto prendono corpo gli incontri con le figura archetipiche, alcune distruttive, altre numinose ed inebrianti, benefiche e soccorrevoli.
La soluzione della fiaba è la storia di una guarigione psichica che si attua sino alla rinascita, alla trasformazione del soggetto che può tornare a governare i moti della sua psiche e di conseguenza gli eventi della sua vita, pieno di nuova energia, capace ora di affrontare il mondo con serenità, con forza, con coraggio e determinazione.
Per questo i bambini vedono per molto volte lo stesso cartone animato o vogliono ascoltare la stessa fiaba...la vogliono fino a che non riescono ad arrivare a questa elaborazione!
Gli effetti benefici della fiaba sono incalcolabili. I bambini sono attratti dal racconto e passano da una fase all'altra rivivendo nel protagonista gli eventi psicologici, indistinti ed ancora ignori, ma già costellati dalle situazioni della vita quotidiana che essi vivono spesso in modo drammatico e con grande timore. In tal modo esorcizzano il male, allontanano gli elementi nefasti e pericolosi, ponendo le basi necessarie, per realizzare la maturazione della propria personalità.
Gli effetti catartici e liberatori dovuti alla fiaba costituiscono la più valida forma di psicoterapia infantile.
Quindi buona lettura!
 
Una mia piccola "pagina" scritta da me su questo argomento è qui:
 



 Per approfondire:

  • Propp V., Morfologia della fiaba, Einaudi Torino 1966.
  • Von Franz M.L., Le fiabe interpretate, Boringhieri Torino, 1969.
  • Bettlheim B., Il mondo incantato, Feltrinelli ed. Milano 1978
  • Freud A. , L'io e i meccanismi di difesa, Martiinellio ed. Firenze, 1967.
  • Freud S., L'ingìtroduzione alla psicoanalisi, Boringhieri ed, Torino, 1974.
  • Freud S., Totem e tabù, Borignhieri ed., Torino 1972

2 commenti:

  1. Grazie mille, per questo post... mi sono posta tante volte delle domande riguardo la "crudezza" di alcune storie e ora è un pochino più chiaro :)
    Buona giornata

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    Risposte
    1. Anch'io spesso mi sono interrogata sull'effetto della crudezza delle fiabe e sui temi molto forti affrontati ( Pollicino viene abbandonato dal padre la notte nel bosco, i tre porcellini di fatto sono cacciati di casa perché non c'è piúposto per loro...). Quando ho scoperto che in tempi antichi le fiabe erano ancora piú zeppe di tragedie, violenze e incesti ho cercato di capire meglio da dove nascesse questa caratteristica e la psicoanalisi mi ha fornito gli strumenti utili!
      Devo ammettere che prima di scoprire questi aspetti mi era balenato in testa di evitare di leggerle.. Quasi censurarle...

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